A proposito di vegetariani

Cercando sul web informazioni sulle proprietà di alcune spezie sono capitata a leggere dei post e commenti riguardo a diete vegetariane, vegane e onnivore che mi hanno invogliato a scrivere questo articolo.

Il problema delle discussioni tra vegetariani e onnivori è sempre la mancanza di una visione globale, ognuno si fissa sulle sue posizioni e cerca motivi per difenderle e se ne trovano sempre sia da una parte sia dall’alta invece di considerare in modo neutrale i veri aspetti positivi. Io sono vegetariana di nascita quindi da oltre quarant’anni, come tutta la famiglia e siamo sempre stati in buona forma fisica e forza senza mai prendere integratori di alcun tipo, merito sicuramente dell’orto di casa; andare dal medico o in farmacia è cosa rara per noi, anche solo per prendere della Tachipirina o Aspirina per un’influenza invernale. Una cura con antibiotico l’ho fatta una sola volta nella mia vita.

Ritengo che diventare esclusivamete vegani sia un po’ esagerato e certe diete come le crudiste e simili, (certo si può scegliere di fare una vita da asceti ma l’alimentazione in tal caso non sarebbe la cosa più importante nello stile di vita), pertanto io dico: al bando ogni fanatismo, anche perché la nutrizione non deve essere un problema su cui dover riflettere e perder tempo a mettere insieme menù, fare conti di calorie ecc. Noi non lo abbiamo mai fatto, la dieta il più possibile varia deve venire spontanea e una volta alzati da tavola non ci si pensa più, ci sono cose più importanti nella vita che far calcoli di calorie, vitamine, lipidi, glucidi assunti, non me ne intendo per niente e nessuno l’ha mai fatto in famiglia. Se ci si trova a farli significa che c’è già qualcosa che non va e lo stile di vita non è naturale.

Naturalmente per chi da onnivoro decide di diventare vegetariano e molto più difficile, consiglio di fare il passagio gradualmente e non cessare il consumo di carne e pesce d’un tratto, ridurlo invece piano piano sempre più fino ad avvertire di non averne più necessità. Altrimenti le conseguenze negative potrebbero venir fuori più tardi. Per essere in armonia con la natura ogni cosa va fatta gradualmente con misura.

Quel che differenzia  chi è vegetariano di nascita o lo è diventato non per suggestioni esteriori, consigli di amici… ma per propria convinzione intima che va oltre ogni giustificazione esteriore è che non ha più bisogno di domandarsi di un perché e di diffendere la sua posizione, lo è e basta e non potrebbe essere altrimenti qualunque considerazione si possa fare a riguardo pro e contro.

In particolare nell’alimentazione non cerca sostituti della carne e piatti che somigliano a quelli che mangiano i carnivori, anzi rifugge da ogni somiglianza soprattutto esteriore ma anche di consistenza che ricordi la carne a cui non rinuncia ma che detesta. Noi in famiglia non abbiamo mai comprato burgher vegetali, spezzatino di soia, seitan e simili. Li ricercano coloro che da onnivori si fanno vegetariani e conservano l’abitudine dei piatti che mangiavano prima e mentalità di carnivori anche quando sono diventati vegetariani. Chi come noi lo è di nascita non considera assolutamente cibo tutto ciò che è parte del corpo animale e rifugge anche da ogni somiglianza con la carne. Perché scusate, voi carnivori occidentali se vi trovaste ad abitare in una comunità che mangia grilli, ragni, millepiedi, maggiolini e ogni sorta di scarafaggi, rifiutando a tavola i loro piatti sareste contenti se la vostra bistecca o i ravioli alla carne fossero preparati in modo da assumere la forma proprio di quelli scarafaggi e millepiedi che avete rifiutato e che vi fanno ribrezzo, tanto che vi possa venire persino il dubbio se sia davvero tutta carne di vitello o se non vi abbiano intrufolato anche qualche scarafaggio per davvero?

In quanto all’etica che le due parti si disputano voglio dire qualcosa ai vegetariani più che ai carnivori. Certo anch’io ho orrore all’uccisione degli animali, mi disgusta e fa pietà, la trovo ingiustificata oggi giorno e anche soprattutto le condizioni di questi poveri esseri quando vengono allevati per il solo scopo di produrre carne e latte e uova, una vita tristissima in prigionia, è da ritenersi un crimine, ma non per questo si deve incolpare chi mangia carne o latte e uova, la schiavitù degli animali continuerà ugualmente, è il sistema che deve cambiare e cessare la sete di guadagno, ogni prduzione non strettamente necessaria. Solo allevamenti all’aperto dove gli animali hanno spazio per muoversi in libertà a contatto con la natura. Se latte e uova diventeranno più rari e non abbiamo più ovunque supermercati stracolmi (chissà quanto viene buttato), questo sarà solo un bene: si mangerà di meno, non occorreranno più le diete dimagranti, si vivrà più sani perché i prodotti saranno più genuini e nemmeno occorreranno più tutti quei soldi che circolano in giro per spenderli in prodotti che fanno male alla salute e poi richiedono altri soldi per rimediare con medicine e diete costose, prodotti dietetici particolari con meno calorie, meno grassi… e magari ricorrere a dottori che pure vanno pagati, per non dire dell’energia e delle materie prime sprecate per produrre tutti questi alimenti. Che assurdità, nei periodi di guerra non c’era certo bisogno di tutti questi prodotti che riempiono gli scaffali e sono nocivi per la salute, i più io non li compro mai e taluni solo in rare eccezioni.

In quanto a sofferenza animale voi vegetariani avete mai pensato quanto è ugualmente crudele la condizione di altre specie libere in natura allevate in gabbie negli zoo e nei Circhi? Le conoscenze scientifiche sull’anatomia del corpo di tutte le specie conosciute, le loro abitudini alimentari … quasi sempre acquisite sezionando degli animali, aprendo loro lo stomaco e gli esperimenti medici per testare nuovi farmaci o peggio; ma alle medicine certamente non rinunciate. Tra gli animali in cattività particolarmente malvagio è tenere gli uccelli in gabbia amputando così la loro naturale predisposizione al volo, tristissimo anche quando nascono in gabbia e sarebbero inetti in libertà non avendola mai sperimentata, esseri manipolati dall’egoismo umano magari esposti alla vendita nel caos delle fiere come merce qualunque. Un crimine imperdonabile è poi usare gli uccellini come richiami per attività venatorie, il povero animale che subisce l’illusione di essere nel suo ambiente naturale ma pur chiuso in gabbia canta e richiama così i partner che appena si avvicinano vengono sparati dal cacciatore, un vero assassinio, un crimine contro la natura.Tanto si potrebbe ancora elencare ma voglio smettere che mi vien quasi la nausea ed una gran tristezza riguardo a tutto il sapere umano. Certo anche la natura è crudele, basta pensare al gatto che gioca con il topo prima di ucciderlo, ma l’uomo come essere superiore e cosciente dovrebbe proprio interrompere la catena delle sofferenze originate dagli istinti innati, che negli animali quando non sono strettamente legati alla sopravvivenza e conservazione della specie, mostrano proprio la tendenza in natura verso l’arte e la coscienza che ha portato all’uomo. Se negli animali questi istinti ancora rudimentali, in fase di sperimentazione e incoscienti trovano la loro giustificazione anche quando sono ai nostri occhi crudeli proprio perché sono parte dell’evoluzione che ha portato all’uomo come fine ultimo, in noi non sono più giustificabili e accettabili, salvo ad abbassarci a un livello inferiore a quello degli animali stessi.

Aggiungo solo ancora questa domanda ai vegetariani: vi preoccupate che non vi sia nulla in cuoio vero, pelle e pelliccia nel vostro abbigliamento? Né cinture, né scarpe, né cinghino di orologio o bracciale. Io sì lo rifiuto sempre allo stesso modo come leggo gli ingredienti prima di acquistare un prodotto e non lo prendo se non ho la certezza che sia vegetariano al 100%. Questo non perché credo che salvo il mondo o gli animali dalla sofferenza e mi senta così migliore ( so che contribuisco ugualmente alla sofferenza), ma perché mi ripugna personalmente, mi disgusta, non mi sentirei in pace con me stessa sapendo di aver addosso qualcosa per cui è stato squartato un animale e nei cibi mi sarebbe nauseante, non potrei mangiarlo, lo sputerei al primo assaggio se il gusto diverso dai conosciuti me ne suggerisse la presenza e preferisco non rischiare simile incidente pertanto spesso rileggo gli ingredienti anche di alimenti già comprati altre volte per assicurarmi che non ci siano modifiche, ma questa è una cosa del tutto personale che dipende dall’essere vegetariani di nascita, perché il vero vegetariano non ha bisogno di rinunciare, lo ripeto, è disgustato e basta.

Chi fin da bambino avverte questo istintivo disgusto per la carne andrebbe rispettato dai genitori in quanto questo gli viene dalla natura, la sua natura che non siamo tutti uguali, vivrà più sano e in pace con se stesso crescendo da vegetariano; mentre le costrizioni subite da bambino non potranno che nuocergli, lo porteranno ad assumere poi un atteggiamento polemico e magari appena nella possibilità di fare le proprie scelte personali diventerà vegetariano bruscamente nuocendo al suo corpo ormai abituato diversamente e di conseguenza anche alla sua serenità. Un simile rifiuto istintivo nei bambini piccoli dimostra anche che l’uomo per sua natura non è indiscutibilmente un carnivoro, lo era nei tempi remoti per necessità di sopravvivenza in cui gli animali feroci gli disputavano ancora l’esistenza. Piuttosto l’uomo – come essere superiore rispetto agli animali, che hanno le abitudini alimentari già iscritte nei loro geni e persino essi si possono adattare in situazioni particolari, – è per natura dotato per adattarsi alla situazione in cui si trova a vivere tendendo al miglioramento delle condizioni di esistenza e così come c’è stata un’evoluzione culturale attraverso i secoli anche i suoi bisogni essenziali possono cambiare di conseguenza. Dal momento che oggi ci sono un’infinità di alternative, riconosciuto che ormai non è più necessaria la lotta per l’esistenza tra uomo e animale e pertanto ingiustificata la sofferenza di quest’ultimi, anche perché tranne in rari casi ancora in Africa e poche altre zone dimore di animali feroci, qui in occidente non c’è più alcuna parità di rischio tra l’animale e l’uomo diventato completamente superiore e pertanto un crudele tiranno che può ammazzare quando vuole senza correre alcun rischio di fronte ad alcuna specie di animali.

Se guardiamo al medioevo per esempio, solo sulle tavole dei ricchi compariva la carne quotidianamente i servi e contadini, tutti coloro che facevano i lavori più faticosi non mangiavano carne o assai raramente, solo la domenica. I medici obbiettano sempre che allora si moriva anche in età precoce e c’erano le epidemie… ma questo non dipendeva tanto dalla dieta quanto dall’igiene e dalla scarsità forse del cibo a disposizione delle famiglie povere asservite ai signori, e dal logorio per il lavoro eccessivo che spesso si iniziava fin dall’infanzia e tutte insieme le condizioni di vita a cui chi non nasceva nobile era soggetto. Nell’Europa meridionale mediterranea la dieta dei contadini era a base di “pane e cipolla”, che significa cereali frutta, verdura e legumi, ossia la dieta di noi vegetariani e si campa benissimo, oggi siamo di gran lunga avvantaggiati con tutti i prodotti introdotti dopo la scoperta dell’America e ormai naturalizzati come i pomodori, le patate, il mais… e quel che viene dalle Indie, dall’Africa eccetera, c’è l’imbarazzo della scelta, altro che problema di variare la dieta, non c’è proprio più lo spazio per inserire anche carne e pesce.

Ora mi permettano i carnivori una piccola osservazione: paragonate un po’ l’odore della carne e del pesce quando vanno a male rispetto a quello che possono sprigionare i prodotti vegetali quando marciscono; a me vien da tapparmi il naso anche quando passo da una pescheria o macelleria dove questa materia è ancora fresca. Non in ultimo anche le feci degli erbivori sono più estetiche di quelle dei carnivori, altro vantaggio se siete tanti in casa con un solo bagno. Riguardo ai mammiferi è la stessa materia di cui siamo fatti anche noi, una sorta di cannibalismo pertanto. Inoltre sono in accordo con quanti affermano che solo chi è capace di uccidere con le proprie mani l’animale che poi mangia, senza provare pietà a vederselo vivo davanti, magari un agnello da latte, un coniglietto, un vitellino… avrebbe anche il diritto di cibarsene. Sono certa che ai più oggi giorno ripugnerebbe, (non sarebbero capaci di farlo a sangue freddo e quell’aria da festa come si legge nei sacrifici dell’Antico Testamento oppure nell’ Iliade, per cui è rimasto il termine “fargli la festa”), però quando la carne arriva preparata e ben affettata in tavola anche le ragazze e  signore più delicate la mangiano con tranquillità senza alcun pensiero per l’atto brutale che sta alla base di  quello che stanno consumando; non è un controsenso?

Quando i carnivori affermano che la vita sulla terra si basa sul fatto che uno mangia l’altro non gli si può dare torto. In effetti è così dalle origini, ma perché rapportarsi allo stato naturale più primitivo quando si tratta dei bisogni essenziali e per il resto invece esaltare la tecnologia e meccanizzazione? D’un tratto tutta la modernizzazione non esiste più e ci si ritrova tal quali gli uomini primitivi seduti intorno al fuoco a nutrirsi di animali squartati; perché non è questo che chiamano in causa per giustificarsi i mangiatori di carne? Le origini dell’uomo nato come carnivoro. Ma badate che se andate ancora un po’ indietro arrivate alla scimmia e come mai ora non state più sugli alberi, vi vestite e rasate? Inoltre c’è un’altra legge che prevale in natura: il più forte prevale sul più debole. Chi ha oggi ancora il coraggio di affermarla da persona onesta? Sarebbe un giustificare i crimini, diventare criminali. Come vedete per quanto riguarda l’uomo e la sua vita sociale le leggi primordiali della natura non possono più venir affermate e tirate in causa per giustificarci, l’uomo si è evoluto e dovrebbe continuare a farlo; non essere più schiavo dei propri istinti. Sapersi governare coscientemente è uno dei suoi distintivi, mirare al superamento e controllo dei propri impulsi primordiali e attraversare la vita da essere consapevole di ogni suo agire dovrebbero essere le sue ambizioni.

Purtroppo oggi molti segni dimostrano che è in atto la tendenza contraria: si fanno i tatuaggi come gli uomini primitivi deturpando l’armonia del corpo che natura ci ha dato, perché incapaci di arricchirsi interiormente e raggiungere una maturità spirituale, tutto deve essere mostrato esteriormente per supplire con l’apparenza a questa mancanza; ci si butta sul cibo al pari degli animali senza alcun ritegno e dignità e nemmeno ci si vergogna, anzi i più approvano perché è incentivo all’economia, (nel panificio la pizza o focaccia viene già addentata mentre la commessa sta ancora battendo lo scontrino, per di più in presenza del figlioletto di quattro anni che strilla perché vuole la sua parte e naturalmente vien subito accontentato e fa le sue scelte di cosa mangiare al pari degli adulti; gli animali sicuramente educano meglio con il loro esempio i propri piccoli); divertirsi significa lasciarsi andare ai propri impulsi sfrenati, urlare per un pallone che va in rete in una partita di calcio…

L’hanno già detto in molti: se i consumatori conoscessero il loro potere e non si lasciassero influenzare, se non fossero così stupidi da acquistare tutto quel che compare sul mercato e facessero delle scelte intelligenti comprando solo le cose sane e necessarie, potrebbero cambiare l’economia del mondo intero. Migliaia di prodotti marcirebbero sugli scaffali e le ditte si troverebbero o a dover chiudere l’attività o a cambiare sistema di produzione. Ma nessuno è mai riuscito a rinsavire la massa, lo si nota già da un piccolo forum e dalle dispute che insorgono qualunque sia l’argomento. Gli umani sono gli esseri più ingovernabili e meno autoconservativi che ci siano, pochi riescono a sottrarsi dalla massa che va incoscientemente verso la propria rovina.

Questa la questione generale esteriore, nel prossimo articolo vediamo come può mangiare un vegetariano e stare in perfetta salute secondo la mia esperienza personale e di tutta la famiglia che da parte paterna lo è in seconda generazione dato che anche mio padre ora novantenne lo è fin dalla nascita.

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