Ci sono diversi livelli di interpretazione, lasciamo questa porta aperta da cui ciascuno può svignarsela tranquillamente per addossare la responsabilità ad altri. Non è questo l’agire comune della normalità? Criticare o condannare altri per allontanare da sé ogni pensiero e rimandare all’infinito ( almeno fin tanto che è possibile), ogni giudizio o condanna nei casi più gravi.
La libertà e la coscienza se non procedono mano nella mano non posso portare a nulla di buono. “Omnia Munda Mundis”, dicevano gli antichi, ma chi l’intende questa frase? Perché ai puri tutto è permesso? Perché non aspirerebbero mai a quello che alletta gli impuri altrimenti non sarebbero tali. Le apparenze poi spesso ingannano, i meschini e sempliciotti vedono sempre in una certa azione un fine a cui i puri non mirano minimamente e che disprezzano, spesso l’opposto dei loro intenti, perché coloro che non hanno la conoscenza non sanno che giudicare e commentare secondo la loro limitata esperienza e i loro bassi interessi.
Chi è il protagonista, chi gracchia in previsione della sua fine o al contrario per non ammettere questo possibile esito? Forse io stessa.
Potrebbe riferirsi all’umanità intera, ai governi, a qualche governo in particolare, alla maggioranza di persone manipolate dalla società e dai media, ignara del vero e ottusa, a piccoli gruppi ideologici, o a singoli individui? Scegliete voi.
Dettar legge per allontanare il giudizio o la condanna da sé è da sempre il miglior espediente, talvolta l’unica possibilità per distogliere l’attenzione o la ricerca della vera causa di un certo accadimento o situazione drammatica. Più grande è la colpa più si limita la libertà altrui, più si cerca di spingere l’opinione pubblica su cosiddetti capri espiatori. E quando la legge è ingiusta, arbitraria, contro i diritti umani consolidati e ogni buonsenso, degli oppositori non mancheranno certo, anche se in minoranza ed ecco trovato chi poter accusare per consolidare il proprio potere con minacce e punizioni e allontanare così da sé i temerari che potrebbero muovere l’accusa primaria. Anche le critiche ed eventuali contestazioni saranno così state fatte scivolare su di un altro piano, quello delle leggi o regole imposte che possono anche generare qualche insofferenza, (che distrae dalla molto più grave colpa primaria), ma le masse in genere rimangono domate con la paura ed il timore e più che nei confronti di chi detta legge, la paura di quel che si è voluto fare credere. Il popolino è così facile da indurre a tifare per qualcosa, ne è prova il successo del calcio, diventato una delle cose più importanti al mondo.
Si dice che il denaro va dal denaro, ma lo stesso si può dire delle persone: dove c’è un gruppetto di persone se ne aggiungono presto altre per ingrossare poi sempre più le file, indifferentemente dagli scopi o ideologie proposte. Succede così anche tra due ristoranti contigui: o hanno entrambi pochi isolati avventori o sono entrambi intorno al completo, ma se capita che in uno ha preso posto un consistente gruppo di persone e l’affluenza non è eccessiva, il primo si riempirà completamente, mentre i camerieri dell’altro staranno a guardare i tavolini vuoti.
È poi facile trovare l’appoggio iniziale abbastanza consistente per trascinare le masse passive, incerte, prive di idee e fondamenti stabili e che in fondo non attendono altro che seguire qualcuno che abbia un potere e ricevere così di riflesso all’interno della folla, quell’auto stima e sensazione che si esprime con il detto :” l’unione fa la forza” e che da soli non si è capaci di conquistare per mancanza di personalità. Ciò può essere positivo se lo è pure l’ideologia o il fine perseguito, ma purtroppo nella maggior parte dei casi avviene il contrario.
I primi seguaci sono naturalmente i complici e chi è che non è complice oggi dell’attuale sistema? I maggiori si rendono subito disponibili a perorare la causa e promuoverla dato che vi hanno enormi interessi oltre a voler a loro volta allontanare da sé la possibile accusa di concorso di colpa. Poi la scala discende con lo zelo proporzionale alla complicità e all’interesse che può anche essere la volontà di emergere.
In coloro che si sono schierati con l’ingiusta causa, si nota poi un accanimento sempre maggiore contro chi osa contestarla o metterla in dubbio, sia per difendere l’amor proprio e l’aver ragione personale (molto più che la causa stessa), sia per rafforzare se stessi nella convinzione di aver fatto la scelta giusta, per scacciare a ogni minima incertezza il terrore che possa rivelarsi il contrario di quello in cui si ha creduto. C’è poi anche l’atteggiamento estremo di chi qualche dubbio ormai non lo può più respingere, teme di essersi lasciato indurre a seguire la decisione negativa obbedendo ai dettami e pertanto se questi risultassero alla fine davvero condannabili, essendo stato ligio al dovere imposto dalla nuova legge, vuole almeno che anche tutti gli altri siano costretti all’obbedienza, in modo che se ci saranno delle conseguenze ricadranno su tutti quanti e nessuno possa rimanerne esente o vantarsi di essersi salvato con la sua ribellione al sistema seguito dalla maggioranza.
Perché è così difficile ribellarsi a leggi ingiuste ed è molto più facile pur protestando, insultando e criticando, seguire i dettami? Perché in fondo nessuno si sente innocente, pertanto occorre prima un piccolo atto di coraggio contro se stessi per opporsi a qualcosa che ora è diventato evidente, ma se anche non siamo complici direttamente avremmo dovuto ribellarci o non parteciparvi da gran tempo. Ci mostra che o dormivamo o partecipavamo apportando i nostri minuscoli granelli nocivi più o meno volutamente al sistema. La ribellione completa richiede pertanto prima di tutto una più o meno piccola o grande autoaccusa. Ovvero svolta nelle proprie abitudini se non vogliono essere parole vuote smentite dalle nostre stesse azioni. Così molti contestano solo un certo aspetto per salvarsi, si limitano a diventare attivi all’interno del sistema, non avendo quel coraggio di condannarlo tutto, possono anche diventare eroi del momento o perseguitati, ma poca efficacia ha la loro azione. Come chi condanna l’obbligo del “Green pass” perché incostituzionale ma approva l’introduzione dell’obbligo vaccinale se diventasse legge per tutti, come se non fosse un attentato ancora più grande alla dignità umana e libertà individuale. Non giova togliere qualche getto laterale di una pianta infestante per salvare il raccolto, o si sradica completamente, o almeno si taglia tutto il fusto anche se poi ricrescerà e tornerà il momento di doverla tagliare altre volte, o altrimenti l’azione è inutile, talvolta anzi la rende più virulenta.
Se qualcuno affermasse che da sradicare sono proprio i contrari al vaccino, commetterebbe un enorme errore e dimostra che è ormai asservito ad un sistema artificiale contro natura istituito dall’uomo e ha perso ogni discernimento, perché le leggi di natura prevalgono sempre su quelle umane. Senz’altro l’aver alterato l’equilibrio naturale ha portato all’attuale situazione. Il nostro corpo è un diritto di natura, solo noi stessi possiamo disporne (commettiamo comunque un atto deplorevole agendo su di noi contro natura con l’assunzione di droghe, la prostituzione, il suicidio, ma ne siamo responsabili e ne subiamo le conseguenze), altri non possono obbligarci a subire le conseguenze per un intervento obbligato sul nostro corpo dato che non siamo criminali condannati ad una pena; diventa pertanto un criminale chi istituisce un tale obbligo.
Siamo in guerra, affermano molti attualmente, giusto, ma le guerre non scoppiano da sole, non sono una causa naturale, è l’uomo che dichiara guerra, si arma deliberatamente per combattere. Perché l’avete suscitata la guerra? Si potrebbe domandare. Sembra che durante una guerra si acquisisca un diritto sul corpo di altri da poterli ferire e uccidere se sono contro un governo, senza per questo essere colpevoli, ma è una regola istituita dall’uomo non certo un diritto di natura. Una regola invero assurda! Se l’umanità fosse diventata un poco più intelligente e avesse imparato qualcosa dalla storia, nel momento che un governo dichiara guerra ed esorta a combattere emanando specifici obblighi e decreti, nessuno del popolo gli ubbidirebbe e se ne disinteresserebbe completamente, così le guerre non potrebbero nemmeno scoppiare, al massimo i governanti possono azzuffarsi tra loro.
É altamente probabile che se i governi non fossero intervenuti, i media avessero taciuto e non suscitato terrore tra la gente come non lo fanno purtroppo per le quotidiane morti di incidenti stradali (ben più gravi perché causate direttamente dall’ uomo e anche più cruente), limitandosi al massimo ad annunciarli laconicamente di routine per passare poi subito ad altro; se non si facessero ossessivamente tutti quei calcoli di numeri, percentuali andamenti della curva dei contagi, ecc. (che denotano patologia cronica di razionalità dei cervelli), se non si fossero istituiti tamponi, prodotti vaccini, probabilmente ci sarebbero stati meno morti, (o almeno si verificheranno meno decessi in futuro, perché le conseguenze dei vaccini ci saranno, probabilmente non così dirette che sia perseguibile la causa e l’effetto, ma patologie di ogni tipo aumenteranno, già ora tutti i fenomeni di allergie sempre più diffuse non hanno di sicuro una causa naturale, certamente sono da ricondurre all’ eccessiva assunzione di farmaci e sostanze nocive già dalle madri dei nascituri) e l’attuale situazione sarebbe di gran lunga migliore, ma a questo nessuno crederà. Solo le mascherine al chiuso sono forse una prevenzione sensata in determinati contesti. Se la gente fosse più ragionevole non sarebbe subito corsa agli ospedali per qualche sintomo, proprio là si aggravava la situazione per le cure sbagliate e i focolai che si diffondevano nelle corsie proprio a causa del personale sanitario. Lontani dagli ospedali è la prima parola d’ordine se solo se ne può fare a meno, lo sapevo già da prima dell’arrivo del virus.
Il dramma delle migliaia di morti a Bergamo che tanto hanno impressionato tutti … non oso pensare a quel che potrebbe celare di ancora più tragico dell’evidenza dei fatti, (l’impreparazione delle strutture sanitarie, l’ignoranza riguardo la prevenzione e la mancanza di protezioni per il personale medico da imputare al governo con la conseguente diffusione del virus proprio nelle corsie che trasformarono l’ospedale in un luogo di morte non di guarigione e tutto quel che ormai si sa sul piano pandemico non aggiornato e non applicato nemmeno secondo le vecchie linee guida, l’occultamento delle mancanze …) i malati abbandonati nelle mani dei medici che non avevano una cura adeguata, subivano dei trattamenti che forse peggioravano la situazione, impotenti, senza più la possibilità di vedere i parenti, confidarsi con qualcuno, asserviti ad un sistema disumano, votati alla morte, quasi giustiziati pur se con buone intenzioni. Perché quella fretta di eliminare le salme senza fare alcun controllo?
Ricordo nell’ anno pre-covid mio padre novantenne ricoverato per ictus, no, non è una bella cosa rimanere da soli in balia dei medici e delle infermiere, sconosciuto tra sconosciuti privati dell’identità personale, declassati genericamente a pazienti uno come l’altro: la persona di altissimo livello culturale trattata allo stesso modo del netturbino; nostro padre lo assistemmo a turno … e poi lo portammo via da là a casa secondo la sua volontà appena possibile, prima che fosse dimesso perché per lui era una situazione intollerabile, quando lo rividi la prima volta nel letto dell’ospedale non era più lui; poi a casa si era lentamente ripreso, (aveva da un lato gli arti paralizzati, inservibili fino alla mano e gradualmente ne recuperò l’uso ) riuscì persino a rialzarsi, camminare sostenuto prima, poi da solo, tornare a scrivere, (era scrittore in lingua tedesca,) visse ancora due anni; in ospedale le infermiere ci avevano confidato quel che i medici non osavano prevedere, che sarebbe morto se lo portavamo via, invece è avvenuto il contrario e aveva sospeso ben presto tutte le medicine che gli prescrissero ancora per diversi mesi ma che gli causavano sofferenza e insonnia e pertanto avrebbe preferito morire che continuare a prenderle. Menomale che allora il covid-19 non c’era ancora, non oso pensare che sarebbe stato se non ci avessero lasciati entrare in ospedale.
Per quanto sopra detto è molto più comodo lanciare qualche imprecazione o invettiva verbale, postare commenti negativi su internet, ma continuare a subire le disposizioni insensate e contro la dignità umana di qualche dittatore, o coalizione perversa, piuttosto che ribellarsi con fermezza.
Oggi è ancor più facile manipolare l’opinione pubblica che non lo fosse nel passato perché l’umanità è rimasta la stessa e anzi probabilmente è peggiorata nella credulità e ripetizione a pappagallo di quel che le vien fatto credere, (“l’iniquità non si fonda soltanto sulle forze, ma anche sulla credulità e sullo spavento altrui” A. Manzoni), ma i mezzi di comunicazione e diffusione non avevano mai avuto l’efficienza attuale e raggiungono le persone ovunque ormai. Il risultato è sotto ai nostri occhi: incontri e saluti una signora, alla sua richiesta di come va se dici che è un periodo difficile per il tuo lavoro in proprio, senti subito la risposta: “ se non ne usciamo è tutta colpa dei no vax.”
Le possibilità sono allora due: o non fai nessuna obbiezione e cerchi il modo di non intrattenerti oltre a quel che richiede l’elementare cortesia, oppure se vuoi rettificare devi metterti in condizione di non aver fretta con i tuoi impegni e di sostenere un discorso convincente se non vuoi allontanarti con la pessima sensazione che rimane quando l’altra persona che prima dava probabilmente per scontato che tu la pensassi come lei, arriva ben presto a etichettarti con quell’ assurda definizione. Vi assicuro che molte persone a parlarci a quattr’ occhi non sono poi così ottuse e accolgono persino positivamente la tua spiegazione, ammettono ben presto che è tutto il sistema ad essere sbagliato; il problema è che nessuno dice come stanno davvero le cose, sono talmente suggestionati dai media che neanche fanno più lo sforzo di pensare per conto loro, subiscono semplicemente il pensiero che vien loro imposto e lo ripetono.
Quanto successo e unanime approvazione abbia un tale termine che rilega in una categoria e che si creda proprio con convinzione di aver così definito qualcuno a cui lo si ha appioppato, è incredibile. Tutti lo usano, lo senti continuamente, quando qualcuno parla al cellulare, per strada, nelle conversazioni, ovunque a qualsiasi livello sociale. Il curioso oltre al fatto delle categorie è che sia dia per scontato che sia un attributo negativo (la negazione non può esserne la causa perché altre negazioni sono invece molto più facilmente viste positive come il no al nucleare, no all’aborto, no alla pena capitale …), ma i media lo hanno diffuso senza equivoci come degno di disprezzo; chi viene definito no vax è un povero ignorante, testardo, che non vuole intendere ragione, nemico della scienza e del progresso, nocivo per la società … e con quanto zelo le persone, anche laureate, si affrettano di affermare di non essere no vax, quasi fosse il più offensivo e denigrante dei termini.
La verità potrebbe invece essere proprio contraria e già solo il fatto che si usi questo termine e in modo denigrante da chi è favorevole ai vaccini lo dimostra.
Il problema principale è che molti tra coloro che sono contro al vaccino e le attuali disposizioni dei governi, quello italiano in particolare, sono pure in errore ed esagerano nella modalità opposta. Spesso succede così per questioni importanti, per esempio anche nei dibattiti tra scienza e fede. Non si arriva mai a chiarezza e gli uni criticano e condannano gli altri perpetuamente perché la realtà è che sbagliano entrambi, su entrambi i fronti gli errori commessi e le convinzioni errate sono enormi ed impediscono che quella parte potenzialmente detentrice del vero possa realmente affermarlo.
Così, come attualmente, prevale la convinzione dietro alla quale ci sono i maggiori interessi, ma questa situazione non potrà protrarsi a lungo, le conseguenze si mostreranno secondo natura. Il problema è che potrebbe poi essere troppo tardi per rimediare, più a lungo la verità resterà nascosta, evitata, più forti saranno i rischi per le conseguenze. Contrastare e non fare la parte del Don Abbondio disposto sempre all’obbedienza di fronte alle intimazioni dei potenti, è pertanto di primaria importanza.
I peggiori crimini vengono infatti attuati per mezzo della passività delle masse che ne sono il sostegno. Hitler non avrebbe mai potuto mettere in pratica e così a lungo gli orrori del nazismo se la Germania non fosse stata sostenuta nel frattempo dal ligio e alacre lavoro di tanti comuni cittadini che senza darsi maggior pensiero continuavano a produrre e guadagnare, seguendo la loro parte di interesse personale stando al servizio del Reich e così la macchina infernale veniva mandata avanti e poteva continuare i suoi crimini. Senza il lavoro di queste migliaia di ubbidienti passivi, complici più o meno incoscienti, il nazismo sarebbe crollato, quali terribili conseguenze invece l’averlo servito, mandato avanti l’economia e la produzione ha reso possibile.
Molti dicono che è un’assurdità paragonare l’attua pandemia alla situazione del nazismo, un accostamento spropositato; eppure potrebbe non essere tale, le conseguenze catastrofiche sono ancora da venire. Se si persevera a lungo con questo sistema, se un intervento e una svolta non riesce ad imporsi, si continuerà invece imperterriti con le ripetute dosi di vaccino: la quarta, la quinta … ogni anno più volte, la catastrofe ed il crimine, seppur non con le immagini cruente dei campi di sterminio nazisti, in modalità graduale ma inesorabile risulterà infine lo sterminio dell’umanità.
Onore a chi ha il coraggio di contestare!
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